In lingua italiana il calice allungato, specialmente indicato per le bollicine – ma qui apriremo un lungo capitolo su tutti i formati possibili e immaginabili per esaltare diverse frizzantezze – si declina al femminile “la” flûte, ma per l’Accademia della Crusca si può chiamare anche al maschile “il” flûte. Forme più tondeggianti, con bocche più larghe (se diciamo “coppeggianti” piacerà alla Crusca?), vengono usate per bollicine più aromatiche, lo sappiamo. Ma la flûte è diventata nel tempo un oggetto iconico delle feste e noi vogliamo rimanere nell’atmosfera del periodo.
Vedere l’allegra fila ordinata di bollicine che dal fondo del bicchiere sale verso la superficie è il trailer di ciò che proveremo a un successivo sorso di gusto. Le vetrerie di tutto il mondo si affrontano da secoli sulle forme di tutti i bicchieri, tra cristalli, vetri di vario tipo e ultimamente anche d’altri materiali (ne parleremo in estate, non abbiamo preclusioni di sorta). Qui presentiamo tre aziende internazionali che firmano modelli importanti, con differenze che solo superficialmente sembrerebbero minime, ma che in realtà rispondono ai propri concept stilistici declinati di flûte.
Quale preferite? Comunque, cin cin!
Ti interessa leggere questo articolo? Lo trovi all’interno di Around Wine #3!